venerdì, ottobre 03, 2008

Opere Pubbliche e Consenso: L'Opinione di Pittamiglio

«Prima di decidere si valuti l'opzione zero»
Il docente di Sociologia urbana interviene nel dibattito aperto dal convegno dei giovani di Ance Liguria
Decidere va bene, e realizzare le opere che si è deciso di fare anche, ma non senza prendere in considerazione - prima di decidere -anche l'opzione zero, ovvero la possibilità di non realizzarle. Lo afferma Fabio Pittamiglio, docente di Sociologia urbana alla facoltà di Ingegneria di Genova e al Politecnico di Torino, che venerdì scorso ha partecipato al dibattito organizzato dal Gruppo Giovani di Ance (Associazione nazionale costruttori edili) Liguria su "Politica e consenso: l'arte di non decidere". Ed è proprio ad alcune affermazioni fatte durante quel dibattito che
Pittamiglìo vuole replicare.
«Premesso che è assolutamente doveroso decidere e poi attuare quanto si è deciso - sostiene - è necessario, però, che prima di prendere una decisione si prenda in considerazione l'opzione zero, per ragioni di correttezza scientifica e di onestà intellettuale. Se si esclude un'opzione dal ventaglio di quelle possibili, in questo caso quella di non realizzare un'opera, si invalida, da un lato, la correttezza del metodo scientifico e, dall'altro, si discute partendo da una posizione pregiudiziale, perché vuol dire che si è già deciso che quell'opera va fatta comun-
que». E la partecipazione dei cittadini ai processi di trasformazione urbanistica «non può essere attivata e disattivata a comando, a seconda delle convenienze o dell'interesse di qualcuno -osserva -1 cittadini si esprimono come e quando lo ritengono, sta a chi ha la responsabilità di decidere saper cogliere le esigenze e le contraddizioni della città e dei cittadini e dare risposte adeguate, altrimenti non si trovano soluzioni accettabili per i costi e per le esigenze della democrazia». Pittami-glio ricorda anche che «cittadini siamo tutti noi, mentre spesso se ne parla come se fossero altro. E a tutti noi -
sottolinea - può capitare di trovarci al posto di chi protesta». Quanto poi al moltipllcarsi di proteste a Genova, negli ultimi anni, contro interventi edilizi e urbanistici, «credo sia dovuto al fatto che - osserva Pittamiglio -negli ultimi anni si sono realizzate più opere che nei decenni precedenti e si tratta di opere che, per la loro tipologia, sono più difficilmente condivisibili da tutti. E poi -conclude - spesso nella progettazione e nella comunicazione non si è tenuto conto dell'impatto sociale di queste opere e non si sono valutate adeguatamente le esigenze dei cittadini».
[a.c]


Ricordiamo che l'Ing Pittamiglio ha redatto la perizia presentata nel Ricorso al TAR

venerdì, settembre 12, 2008

Villa Rosa oggi





























I luoghi del cuore

Vi segnalo il sito del FAI per votare i nostri luoghi del cuore...e cio' che si vorrebbe cancellare...
Vi viene in mente niente ?
Cosa c'e di piu' emblematico del cantiere a villa Rosa ?

http://www.iluoghidelcuore.it/

“I Luoghi del Cuore” offre a ognuno la possibilità di contribuire alla difesa dei luoghi amati e forse proprio per questo è stato eletto, in modo persino inaspettato, a voce intermediaria tra i comuni cittadini e le Istituzioni. Il Censimento non soltanto ha catalizzato le richieste di coloro che vivono in prima persona il territorio, ma ha addirittura stimolato la nascita di associazioni e comitati spontanei, dimostrando che “I Luoghi del Cuore” risponde a un’esigenza profondamente sentita e condivisa.

martedì, settembre 09, 2008

Consiglio di Circolo 8 Settembre 2008

Ad una settimana dall'inizio del nuovo anno scolastico si e' svolto ieri uno straordinario Consiglio di Circolo.
Sono stati invitate le istituzioni, gli insegnanti, i genitori ed il Comitato di Villa Rosa.
Erano presenti l'Assessore alla cultura Marani del Municipio VII Ponente , la Dott.ssa Petacchi, il Dott. Gatti e la Dott.ssa Sestorubino dirigenti del Dipartimento Territorio del Comune di Genova, un rappresentante della Asl e l'Assessore Veardo alle Istituzioni scolastiche.
Tema dell'incontro la sicurezza in presenza del cantiere.
Il dirigente scolastico Dott. Meloni ha introdotto la discussione facendo presente con toni accesi che alle varie richieste formali inviate dal consiglio di circolo alle istituzioni per chiarimenti in merito al progetto di costruzioni di box all'interno del parco di Villa Rosa, ha ricevuto solo una risposta da parte del comune di Genova , dall'allora assessore alle istituzioni scolastiche, in cui si diceva che non se ne sapeva nulla e che si sarebbero informati facendo seguire una risposta.
Poi piu' nulla....
Benissimo, abbiamo capito tutti che la comunicazione fra la direzione didattica ed il comune di Genova non ha funzionato, o meglio e' stata irrilevante.
Quello che noi diciamo e' questo: formalmente il consiglio di circolo ha fatto correttamente i suoi passi, ma forse non sarebbe stata piu' incisiva una presa di posizione forte accanto al comitato, durante le sue battaglie avvenute in questi ultimi 4 anni ?
Siamo stati in Piazza diverse volte, a Tursi tutte le settimane, abbiamo organizzato incontri ed assemblee pubbliche, le occasioni per battersi in prima linea ci sono state per tutti quelli che veramente volevano farlo. Adesso e' tardi. Possiamo preoccuparci finche' vogliamo, possiamo indignarci, gridare allo scandalo, ma e' tardi. Il Comitato ha perso, il business ha vinto. Chi ha permesso che cio' succedesse ora si assumera' le proprie responsabilita'.
Hanno parlato di un Osservatorio, formato da tecnici in grado di monitorare il grado di pericolosita' del cantiere comunicante con le scuole, e cosa altro possono dirci ora ?
Faremo di tutto perche' non accada nulla di pericoloso per i bambini, cercheremo di stilare una serie di regole che dovranno essere rispettate all'interno del cantiere, quali orari di lavoro in fasce orarie piu' consone a non disturbare gli orari di lezione, e gli orari di entrata ed uscita dalla scuola.... Il responsabile della Asl che e' stato invitato alla riunione e che tanto gentilmente si e' prestato a rispondere alle domande preoccupate dei genitori e degli insegnati, non era pero' la persona giusta a farlo, come lui stesso ha ammesso. Lui e' colui che si occupa della sicurezza all'interno del cantiere non all'esterno !!!!
Confidiamo quindi nella buona volonta' dell'assessore alle istituzioni scolastiche che sembrava davvero intenzionato a collaborare perche' si creasse questo gruppo di lavoro subito, che analizzasse carte e progetti e che prima dell'inizio dei lavori, dati per il 1 di ottobre, ci fornisse una serie di rassicurazioni sulle possibili conseguenze delle trivellazioni necessarie per le palificazioni dello scavo profondo 20 metri , ripetiamo a 4 metri dal prefabbricato in cui ha sede la materna e le prime e seconde classi della scuola elementare ed alla sala mensa. Ricordiamo che si tratta di un prefabbricato costituito da pannelli contenenti amianto che avrà ormai una quarantina d'anni e che non ha fondamenta.
Queste sono le preoccupazioni piu' gravi, ma non dimentichiamo i disagi per gli abitanti della zona, la viabilita' e non ultimo il destino delle piante secolari che con questo progetto sono state condannate a morte.
Se esiste davvero lo spirito dei Lomellini, che donarono la loro proprietà al Comune di Genova per la collettività speriamo che si faccia sentire.
Il comitato si e' battuto nella legalita' rivolgendosi alle istituzioni certo di veder garantiti i diritti elementari delle persone: sicurezza, diritto allo studio e rispetto dell' ambiente.
E' stata una grande delusione scoprire che le istituzioni non sono dalla nostra parte ma da quella del potere economico.
Ora non ci resta che sperare che facciano bene ed in fretta , e che non accada nulla di grave.

giovedì, agosto 07, 2008

Un grazie agli amici che ci hanno sostenuto in questa lunga battaglia

Lascio spazio alle parole di alcuni amici che ci son stati vicini con la loro solidarieta' anche nel giorno della resa , il giorno delle sedie incatenate , il giorno della vergogna.

Non è mia intenzione fare della facile retorica.
Con la sconfitta dei giusti di Villa Rosa è finito,almeno per mè,lo Stato Democratico in cui ho sempre creduto e lottato,pagato dai nostri Nonni e dai nostri Padri con il sangue versato durante la lotta di liberazione contro le forze di occupazione nazifasciste.

Più di 20.000 euro buttati in spese e ricorsi per le "vie legali ?",giorni e giorni in tenda al freddo e alla fornace di questi ultimi giorni di "resistenza" per poi consegnare la splendida Villa Rosa alle ruspe che violenteranno un parco secolare,tra l'altro ,molto ben tenuto,una scuola materna e una scuola elementare sapientemente taciute nel progetto presentato dal costruttore chiamate più genericamente edifici pubblici,per farci dei box interrati giù a 21 metri belli,spaziosi per le superbe auto di oggi,mentre a Genova mancano 12.000 alloggi popolari,2.500.000 in tutta Italia,certo,meglio mettere al riparo l'auto,bene rifugio degli idioti che prosciuga i già miseri salari di oggi.

Perccato,i giusti hanno perso,nonostante che le condizioni della lotta,dopo la fine della Giunta/Mercato di Pericu erano diventate ottimali,almeno stando alle parole del nostro Sindaco,che si dispiace,ma che ancora una volta a dato dimostrazione di non essere in grado di gestire la tanto propagandata "dicontinuità" con le decisioni prese dalla "banda di Pericu",sarà così anche per l'Acquasola,la fusione di Iride con Amiu,che spalancherà le porte al progetto del megaimpianto di smalitimento dei rifiuti a Scarpino e quì ne vedremo delle belle ve l'assicuro.
Guardando oggi Rita e tutti gli altri,provati da 4 lunghissimi e pesantissimi anni di lotte,chinare il capo di fronte all'ennesima ingiustizia,in mè emerge sempre più chiaramente la convinzione che ogni battaglia vale la pena essere combattuta,solo perchè è giusto farlo,anche se sai che alla fine la dovrai perdere.
A mè dasta che questa mattina mia figlia Marina,quando siamo usciti tra pompieri e forze dell'ordine schierate mi domando a tutela di chi,con la sincerità dei suoi 10 anni mi ha guardato in faccia e mi ha detto....forte la Rita ,Lei lo ha fatto per i suoi 25 alunni....penso che fino a che ci saranno maestre come Rita varrà sempre la pena condividere una lotta contro una e tutte le ingiustizie.

Un grande,grande abbraccio a Rita e a tutti gli altri del Comitato di Villa Rosa.

Vostro,Felice

mercoledì, agosto 06, 2008

5 Agosto ...atto finale


E’ durata fino alle 15,30 la manifestazione di protesta di una cinquantina di persone - alcune incatenate - che hanno protestano davanti ai cancelli del parco di Villa Rosa, nel quartiere genovese di Pegli, per impedire la costruzione di un nuovo parcheggio interrato, i cui lavori sarebbero dovuti incominciare in mattinata. I lavori, in ogni caso, non hanno avuto inizio.
Oggi, alle ore 15.35, con uno studiato colpo di teatro, i presidianti del Comitato per la difesa di Villa Rosa, mentre costruttori e tecnici comunali si aggiravano per la villa con fare indaffarato a prendere misure ma senza assumersi la responsabilità di dare il via allo sgombero forzato, si sono alzati tutti insieme in silenzio ed hanno abbandonato l'area lasciando tutti - costruttori, tecnici, poliziotti, carabinieri, vigili del fuoco, ecc. - con un palmo di naso. Sul posto sono state comunque lasciate alcune sedie incatenate quale ultimo monito per una vicenda che definire squallida è sicuramente un eufemismo!

Sul posto, oltre a carabinieri e polizia, anche alcuni vigili del fuoco, muniti di cesoie per recidere gli anelli delle catene.
Il parco di Villa Rosa ospita una scuola elementare e una materna e sono state proprio le maestre a dare vita a un comitato contro la costruzione del parcheggio, i cui lavori prevedono che si scavi 21 metri nel sottosuolo per realizzare quattro piani di box da rivendere a privati.
La loro battaglia legale è (quasi) persa: la scorsa settimana il consiglio di Stato non ha concesso la sospensiva che il Comune aveva indicato come vincolante per rinviare la firma dell’ordinanza che autorizza la società Elci, associata a Italpali e Raschellà nell’Ati (associazione temporanea d’impresa), a fare ingresso nel parco. Il lumicino della speranza, per le maestre, resta però acceso sino a dicembre, data dell’ultimo pronunciamento del consiglio di Stato su un ricorso che punta tutto su vizi procedurali, irregolarità dell’iter amministrativo e mancata chiarezza nella documentazione presentata e votata dal consiglio comunale anni addietro al momento dell’approvazione del sito. «Come, per esempio – spiega Rita Lavaggi, maestra e portavoce del comitato – il fatto che nel progetto non venisse menzionata la presenza di scuole materna ed elementare, ma si parlasse più genericamente di edifici pubblici».
Negli anni che hanno preceduto la recente sconfitta di chi si oppone al silo, la gente di Pegli si era messa in prima fila in difesa del plesso scolastico, dei giardini, della salute dei più piccoli, arrivando a dormire in tenda nei giardini la notte, per un anno intero. Un camper affittato d’inverno, nuovamente la canadese con l’arrivo della primavera: il presidio del territorio come unica forma di lotta, di resistenza. La bocciatura dello scorso giugno da parte del Tar non aveva scoraggiato mamme e maestre: «Non era stato fatto alcun serio approfondimento, il tribunale amministrativo aveva rigettato il nostro ricorso solo perché tardivamente depositato», spiegano. «Impossibile che anche il consiglio di Stato adduca la medesima motivazione. Staremo a vedere». Intanto, però, i lavori partiranno: l’impresa costruttrice ha tutte le carte in regola per cominciare, nonostante in Comune, negli ultimi mesi, si fossero formulate soluzioni alternative: tutte, peraltro, da verificare.
Il sostegno dei Verdi. Si è incatenata ai cancelli di Villa Rosa Cristina Morelli, consigliere regionale dei Verdi, per solidarietà con i cittadini che difendono l’area verde di Pegli, antistante due scuole, dove dovrebbero essere costruiti dei parcheggi.
Al presidio dei comitati del ponente erano presenti anche Andrea Brignolo, commissario provinciale dei Verdi e Angelo Spanò, consigliere provinciale del partito del sole che ride.
«Chiediamo al sindaco Marta Vincenzi - hanno detto la Morelli e Brignolo - di imporre uno stop ad ogni progetto di cementificazione del nostro territorio e, nel caso di Villa Rosa, di valutare con decisione ogni percorso che porti al blocco dell’inizio lavori, trovando una sede alternativa e sostenibile in un’altra area per il parcheggio». Entrambi hanno sottolineato: «Da anni ci stiamo opponendo all’inizio dei lavori del parcheggio fai da te a Villa Rosa per i tanti problemi legati alla viabilità, all’interferenza con le fondamenta degli edifici circostanti e, soprattutto, alla presenza dei bambini della scuola materna che si affaccia sulla piazza, dato incompatibile con l’inquinamento acustico e ambientale derivante dalla costruzione del parcheggio».
Uniti contro per salvare il parco di Villa Rosa
la protesta
La portavoce della protesta su Radio19 - ascolta

Primocanale.it - Archivio Video

martedì, agosto 05, 2008

5 agosto la ditta costruttrice prende il possesso dell'area all'interno del parco di Villa Rosa

FEDERAZIONE VERDI GENOVA

COMUNICATO STAMPA

I VERDI ANCORA AL FIANCO DEI CITTADINI
DEL PONENTE IN DIFESA DI VILLA ROSA
ANCHE CRISTINA MORELLI, CONSIGLIERE REGIONALE DEI VERDI,
INCATENATA AI CANCELLI

LA SINDACA MARTA VINCENZI DICA BASTA AL CEMENTO
NEI PARCHI CITTADINI

Questa mattina al presidio dei comitati del ponente davanti a Villa Rosa a Pegli erano presenti anche i principali esponenti dei Verdi genovesi per ribadire ancora una volta, e in un momento così tragico, la vicinanza alla battaglia per la difesa dell’area verde della villa dalla costruzione di parcheggi, peraltro in un’area antistante due scuole. Presenti tra i manifestanti Cristina Morelli consigliere regionale dei Verdi che si è incatenata ai cancelli assieme ai cittadini, Andrea Brignolo commissario provinciale dei Verdi e Angelo Spanò consigliere provinciale del partito del sole che ride.
“Da anni ci stiamo opponendo all’inizio dei lavori del parcheggio fai da te di Villa Rosa a Pegli – dichiarano Cristina Morelli consigliere regionale dei Verdi e Andrea Brignolo commissario provinciale dei Verdi Andrea Brignolo – per i tanti problemi legati alla viabilità, all’interferenza con le fondamenta degli edifici circostanti e soprattutto alla presenza dei bambini e delle bambine della scuola materna che si affaccia sulla piazza dato assolutamente incompatibile con l’inquinamento acustico e ambientale derivante dalla costruzione di questo parcheggio.
Siamo venuti per esprimere il pieno appoggio ai cittadini in questa pacifica e giusta battaglia, purtroppo ci siamo trovati di fronte ad uno sproporzionato spiegamento di forze dell’ordine, ci chiediamo se la Sindaca Marta Vincenzi, che giustamente non ha voluto l’esercito a Genova, non ritenga questo un ulteriore atto di lontananza dai cittadini.
Poiché crediamo che la politica debba dare risposte concrete e responsabili, chiediamo esplicitamente alla Sindaca Marta Vincenzi - concludono Cristina Morelli e Andrea Brignolo - di dare finalmente chiaro segnale di discontinuità rispetto alle precedenti legislature imponendo uno stop ad ogni progetto di cementificazione del nostro territorio e nel caso di Villa Rosa di valutare con decisione ogni percorso che porti al blocco dell’inizio lavori, trovando per il parcheggio una sede alternativa e sostenibile in un’altra area. Sottolineando però, ancora una volta, che si è arrivati a questa situazione per non avere dato seguito ad una delibera del consiglio comunale che si era espressa in maniera chiara e decisa.”



Genova, 05/08/2008

5 agosto la Elci prende il poaae

FEDERAZIONE VERDI GENOVA

COMUNICATO STAMPA

I VERDI ANCORA AL FIANCO DEI CITTADINI
DEL PONENTE IN DIFESA DI VILLA ROSA
ANCHE CRISTINA MORELLI, CONSIGLIERE REGIONALE DEI VERDI,
INCATENATA AI CANCELLI

LA SINDACA MARTA VINCENZI DICA BASTA AL CEMENTO
NEI PARCHI CITTADINI

Questa mattina al presidio dei comitati del ponente davanti a Villa Rosa a Pegli erano presenti anche i principali esponenti dei Verdi genovesi per ribadire ancora una volta, e in un momento così tragico, la vicinanza alla battaglia per la difesa dell’area verde della villa dalla costruzione di parcheggi, peraltro in un’area antistante due scuole. Presenti tra i manifestanti Cristina Morelli consigliere regionale dei Verdi che si è incatenata ai cancelli assieme ai cittadini, Andrea Brignolo commissario provinciale dei Verdi e Angelo Spanò consigliere provinciale del partito del sole che ride.
“Da anni ci stiamo opponendo all’inizio dei lavori del parcheggio fai da te di Villa Rosa a Pegli – dichiarano Cristina Morelli consigliere regionale dei Verdi e Andrea Brignolo commissario provinciale dei Verdi Andrea Brignolo – per i tanti problemi legati alla viabilità, all’interferenza con le fondamenta degli edifici circostanti e soprattutto alla presenza dei bambini e delle bambine della scuola materna che si affaccia sulla piazza dato assolutamente incompatibile con l’inquinamento acustico e ambientale derivante dalla costruzione di questo parcheggio.
Siamo venuti per esprimere il pieno appoggio ai cittadini in questa pacifica e giusta battaglia, purtroppo ci siamo trovati di fronte ad uno sproporzionato spiegamento di forze dell’ordine, ci chiediamo se la Sindaca Marta Vincenzi, che giustamente non ha voluto l’esercito a Genova, non ritenga questo un ulteriore atto di lontananza dai cittadini.
Poiché crediamo che la politica debba dare risposte concrete e responsabili, chiediamo esplicitamente alla Sindaca Marta Vincenzi - concludono Cristina Morelli e Andrea Brignolo - di dare finalmente chiaro segnale di discontinuità rispetto alle precedenti legislature imponendo uno stop ad ogni progetto di cementificazione del nostro territorio e nel caso di Villa Rosa di valutare con decisione ogni percorso che porti al blocco dell’inizio lavori, trovando per il parcheggio una sede alternativa e sostenibile in un’altra area. Sottolineando però, ancora una volta, che si è arrivati a questa situazione per non avere dato seguito ad una delibera del consiglio comunale che si era espressa in maniera chiara e decisa.”



Genova, 05/08/2008

martedì, luglio 29, 2008

29 Luglio in attesa del responso del Consiglio di Stato

In attesa di avere notizie dal Consiglio di Stato a Roma , pubblichiamo un paio di articoli apparsi sui giornali in questi ultimi giorni.
Noi rimaniamo in Villa a presidiare il "nostro" parco . E'' un oasi verde , fresca ed accogliente che in queste calde giornate estive e' un vero' paradiso..... venite a trovarci vi offriremo un bicchiere di tè freddo e faremo due chiacchiere mentre i bambini giocano all'ombra delle canfore splendidamente rigogliose .

giovedì, giugno 26, 2008

TUTTI IN VILLA ROSA !!!

LE SCUOLE SONO FINITE ED IL NOSTRO BEL PARCO CHE E' STATO PER TUTTO L'ANNO TEATRO DEI GIOCHI DEI BAMBINI E PIACEVOLE LUOGO DI INCONTRO DI GENITORI E PEGLIESI STA PER ESSERE INVASO DAL CANTIERE. L'ODIOSO PROGETTO STA PER ATTUARSI. STIAMO ANDANDO AVANTI CON IL RICORSO AL CONSIGLIO DI STATO MA DOBBIAMO ASPETTARE I TEMPI DELLA LEGGE...UN MESE ...SEMBRA POCO MA QUANDO CI SI BATTE DA PIU' DI 4 ANNI E' UN TEMPO INTERMINABILE SOPRATTUTTO PERCHE' CI SENTIAMO IL FIATO SUL COLLO DEL COSTRUTTORE O MEGLIO IL PUZZO DEI TUBI DI SCARICO DEI MACCHINARI CHE ENTRERANNO SENZA RISPETTO IN UN OASI VERDE...FACENDO SCEMPIO. CHIEDIAMO LA PARTECIPAZIONE DI TUTTI IN QUESTI GIORNI, QUANDO POTETE FATE UN SALTO, PORTATE I BAMBINI A GIOCARE IN VILLA, NOI CI SIAMO, PRENDIAMO UN TE INSIEME , FACCIAMO DUE CHIACCHIERE.
MA SOPRATTUTTO CHIEDIAMO LA PARTECIPAZIONE DI TUTTI LA MATTINA DI MARTEDI 1 LUGLIO , FACCIAMO VEDERE CHE CI SIAMO E CHE FINO ALL'ULTIMO NON MOLLIAMO !!!

lunedì, giugno 16, 2008

Un parere autorevole sul futuro delle piante di Villa Rosa: la parola ad Alessandro, agronomo

Sono esterrefatto!! Si, assolutamente stupito dai toni e dalle dichiarazioni che gente che si definisce “educata può arrivare a fare”.
Comunque, senza perdermi a fare paternali che non mi competono ma che andrebbero fatte (da quel che si evince dal messaggio) a un padre di famiglia, il che abbastanza disdicevole a priori, mi limiterò a dare risposta all’architetto Paolo.
Carissimo architetto se come da sua dichiarazione ha veramente letto il progetto, senza limitarsi alle prime pagine (quelle relative al ripristino dell’area di superficie e la reintegrazione di specie arboree ed arbustive), ottimo specchietto per le allodole che può trarre in inganno molti, avrà altresì valutato l’area su cui il cantiere si andrà ad estendere. Premesso che, conosce così bene il parco oggetto del progetto, può dirmi lei come si può insediare un’autorimessa di quell’entità senza intaccare le specie arboree attigue l’area di scavo?
Premesso altresì che non è fatto obbligo ad un architetto di conoscere la fisiologia, la informo che, se anche le piante non venissero asportate, la sola recisione dell’apparato radicale (che occupa un volume pari ad una volta e mezza quella della chioma), andrebbe a determinare danni in maniera pressoché irreversibili alla funzionalità della pianta, senza considerare il rischio di instabilità che ne conseguirebbe.
Tutte queste informazioni ed altre ancora, raccolte in una serie di relazioni, sono consultabili senza problemi. Se la sua tenacia nel sostenere la causa del “parcheggio”, è frutto di una seria partecipazione al problema e non una mera e banale volontà di critica distruttiva, la invitiamo volentieri a partecipare a qualcuno dei nostri incontri, dove, magari, avremo modo di illustrarle la vera realtà dei fatti con uscita sul campo.
Voglio altresì attirare la sua attenzione sull’aspetto sanitario della questione. Non mi limito però alle criticità in fase di realizzazione del progetto (polveri sottili, vibrazioni, inquinamento acustico del cantiere ecc), ma, volgo la mia attenzione al dopo.
Come ben saprà il processo di combustione necessario al movimento dei nostri veicoli, libera in atmosfera una serie di sostanze nocive le principali tra esse sono il monossido di carbonio (CO), gli ossidi di azoto (NOx), gli idrocarburi incombusti (HC), il benzene e il particolato (PM). Una ricchissima e significativa bibliografia, soprattutto americana, documenta come questi autosilos interrati abbiamo indotto sulle specie vegetali presenti nel soprassuolo alterazioni fisiologiche e manifestazioni patologiche assolutamente non trascurabili.
Ora, fatto salvo che le malattie delle piante possono interessare all’opinione pubblica in maniera molto marginale, può immaginare lei quale risvolti possono avere queste emissioni sulla salute dei bambini che andrebbero a giocare sopra quel campo? Beh, mi auguro che , nella MALAUGURATA ipotesi che questo assurdo progetto (anche da lei sostenuto) trovi attuazione, lei abbia tanto buon senso da non portare suo figlio a giocare tra le affascinati luminarie che esaltano la maestosità casuarina e dell’eucalipto e le romantiche panchine tra le aiuole di camelie e oleandri: perché, oltre a questi belli arredi del verde, silenziose e invisibili, ci saranno le fontane di benzene
Sperando di non ricevere la scontata e inutile risposta circa la sistemazione dei filtri, rinnovo l’invito a partecipare a uno dei nostri incontri. Se esiste un vero problema di parcheggio, soluzioni alternative penso si possano trovare, però, probabilmente risultano troppo ecocompatibili (anche per la salute umana) ma, soprattutto, non riempiono le tasche di chi vuole sentirsele piene.
Cordialmente!
Alessandro

Rassegna stampa manifestazione 11 Giugno











giovedì, giugno 12, 2008

Sentenza TAR

N. 01229/2008 REG.SEN.

N. 01090/2007 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Liguria

(Sezione Prima)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

Sul ricorso numero di registro generale 1090 del 2007, integrato da motivi aggiunti, proposto dai signori.........omisis

contro

Comune di Genova, in persona del sindaco in carica, rappresentato e difeso dagli avvocati Graziella De Nitto, e Aurelio Domenico Masuelli, con domicilio eletto presso quest’ultimo a Genova, via Garibaldi 9;
Provincia di Genova, in persona del presidente in carica, rappresentato e difeso dagli avvocati Roberto Giovanetti, Valentina Manzone, Carlo Scaglia, con domicilio eletto presso il primo a Genova, p.le Mazzini .2;
Conferenza dei servizi in persona del presidente, non costituita in giudizio

ASL 3 Genovese, in persona dl direttore generale in carica, non costituita in giudizio

Ministero dell’interno, in persona del ministro in carica, non costituito in giudizio

nei confronti di

Ministero per i beni e le attività culturali, in persona del ministro in carica, non costituito in giudizio

Mediterranea delle Acque spa corrente a Genova in persona del legale rappresentante, non costituita in giudizio

ASTER spa, corrente a Genova in persona del legale rappresentante in carica, non costituita in giudizio

Telecom Italia spa, corrente a Milano in persona del legale rappresentante in carica, non costituita in giudizio

Enel distribuzione spa, corrente a Roma in persona del legale rappresentante in carica, non costituita in giudizio

IRIDE spa, corrente a Torino in persona del legale rappresentante, non costituita in giudizio

Elci, edilizia ligure civile e industriale srl, corrente a Genova in persona del legale rappresentante in carica, non costituita in giudizio

Italpali srl corrente a Genova in persona del legale rappresentante in carica, non costituita in giudizio

Raschellà Stefano titolare dell’omonima impresa individuale, non costituito in giudizio

Parchi Villa Rosa srl, corrente a Genova in persona del legale rappresentante in carica, rappresentata e difesa dall’avvocato Luigi Cocchi, con domicilio eletto presso di lui a Genova in via Macaggi 21/5-8

per l'annullamento

del verbale 20.9.2007 della conferenza dei servizi con cui fu approvato il progetto relativo alla costruzione del parcheggio interrato nel complesso di Villa Rosa a Genova Pegli

del titolo edilizio rilasciato per tanto

del verbale della conferenza dei servizi referente e di tutti i pareri espressi dagli organi dell’amministrazione

della deliberazione del consiglio comunale di Genova 27.5.2003, n. 47

delle deliberazioni 26.2.2004, n. 141 e 7.4.2005, n. 284 della giunta del comune di Genova

della determinazione 18.7.2005 del dirigente la sezione parcheggi del comune di Genova

della convenzione stipulata il 1.12.2005 tra il comune di Genova e Parchi Villa Rosa srl

per la condanna al risarcimento dei danni

della determinazione 17.10.2007 del dirigente del settore urbanistica e centro storico del comune di Genova

della determinazione 17.10.2007, n. 118.18/00073 della direzione territorio sviluppo economico ed ambiente del comune di Genova

del verbale della conferenza dei servizi 20.9.2007

della determinazione conclusiva assunta il 17.10.2007

della determinazione dirigenziale 17.10.2007, n. . 118.18/00073 della direzione territorio sviluppo economico ed ambiente del comune di Genova

Visto il ricorso ed i motivi aggiunti, con i relativi allegati;

visti gli atti di costituzione in giudizio del comune di Genova e della srl Parchi Villa Rosa srl

visti gli atti notificati dai ricorrenti contenenti motivi aggiunti di impugnazione

viste le memorie difensive depositate dal comune di Genova e dalla controinteressata costituitasi

Relatore nell'udienza pubblica del giorno 05/06/2008 il dott. Paolo Peruggia e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;

Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue:

FATTO e DIRITTO

Il signor Andrea Bach ed altri cinquantadue litisconsorti riportati nell’epigrafe si ritennero lesi dal verbale 20.9.2007 della conferenza dei servizi con cui era stato approvato il progetto relativo alla costruzione del parcheggio interrato nel complesso di Villa Rosa a Genova Pegli, dal titolo edilizio rilasciato per tanto, dal verbale della conferenza dei servizi referente e di tutti i pareri espressi dagli organi dell’amministrazione, dalla deliberazione del consiglio comunale di Genova 27.5.2003, n. 47

dalle deliberazioni 26.2.2004, n. 141 e 7.4.2005, n. 284 della giunta del comune di Genova, dalla determinazione 18.7.2005 del dirigente la sezione parcheggi del comune di Genova e dalla convenzione stipulata il 1.12.2005 tra il comune di Genova e Parchi Villa Rosa srl, per cui notificarono l’atto 22.11.2007, depositato il 6.12.2007, con cui denunciavano:

Invalidità derivata per inefficacia del PUC di Genova.

Violazione e falsa applicazione degli artt. 21 comma 4 e 25 del d.lvo 42 del 2004, difetto assoluto dei presupposti e di motivazione, manifesta illogicità ed irragionevolezza, violazione e falsa applicazione degli artt. 3, 14 e seguenti della legge 7.8.1990, n. 241.

Violazione e falsa applicazione degli artt. 20 e 146 del d.lvo 42 del 2004, con riferimento all’art. 3 della legge 7.8.1990, n. 241, difetto assoluto dei presupposti e dell’istruttoria.

Violazione e falsa applicazione dell’art. FF9 e AS10 delle NTA del PUC di Genova, con riferimento al PTCP ed all’art. 35 Nda per difetto assoluto dei presupposti e dell’istruttoria.

Violazione e falsa applicazione dell’art. FF9 e AS10 delle NTA del PUC di Genova, difetto dei presupposti, manifesta illogicità ed irragionevolezza.

Violazione e falsa applicazione dell’art. 1 comma 4 del DPCM 1.3.1991, con riferimento al DPCM 14.11.1997, carenza assoluta di istruttoria, violazione e falsa applicazione dell’art. 4 della legge regione Liguria 28 del 2004 per difetto di istruttoria.

Violazione e falsa applicazione del DPCM 7.6.1995 e della carta dei servizi scolastici, con riferimento all’art. 32 Cost., violazione e falsa applicazione dell’art. 3 della legge 7.8.1990, n. 241, difetto dei presupposti e dell’istruttoria.

Violazione e falsa applicazione dell’art. 22 cod. strada, con riferimento all’art. 46 del regolamento di esecuzione, manifesta illogicità ed irragionevolezza, difetto di istruttoria.

Violazione e falsa applicazione dell’art. 4.2 delle norme geologiche di attuazione del PUC di Genova, con riferimento all’art. 3 della legge 7.8.1990, n. 241. difetto dei presupposti e dell’istruttoria.

Violazione e falsa applicazione degli artt. FF9, AS10 e AS6 delle nta del PUC di Genova, con riferimento all’art. 3 della legge 7.8.1990, n. 241, difetto di presupposto e carenza istruttoria.

Violazione e falsa applicazione degli artt. 14 e 14 ter della legge 7.8.1990, n. 241, con riferimento agli artt. 1 e 3 della legge stessa, difetto assoluto di istruttoria e manifesta irragionevolezza.

Violazione e falsa applicazione della deliberazione 27.3.2007, n. 44 del consiglio comunale di Genova, eccesso di potere per contraddittorietà estrinseca.

Violazione e falsa applicazione dell’art. 14 e 14 ter della legge 7.8.1990, n. 241 per difetto dei presupposti e travisamento dei fatti. Manifesta illogicità ed irragionevolezza.

Violazione e falsa applicazione dell’art, 21 quater della legge 7.8.1990, n. 241, difetto dei presupposti, manifesta illogicità ed irragionevolezza.

Violazione e falsa applicazione degli artt. 7 ed 8 della legge 7.8.1990, n. 241, difetto di istruttoria.

E’ stata proposta la domanda per il risarcimento del danno.

Il comune di Genova si costituì in giudizio con atto depositato il 11.12.2007, con cui chiese la

reiezione dell’impugnazione.

La controinteressata si costituì in giudizio con atto depositato il 7.12.2007 con cui chiese la reiezione della domanda, e depositò una difesa il 12.12.2007.

Con atto notificato il 23.1.2008, depositato il 19.2.2008, i ricorrenti hanno impugnato la determinazione 17.10.2007 del dirigente del settore urbanistica e centro storico del comune di Genova e la determinazione 17.10.2007, n. 118.18/00073 della direzione territorio sviluppo economico ed ambiente del comune di Genova, deducendo:

invalidità derivata dall’inefficacia del PUC di Genova.

Violazione e falsa applicazione degli artt. 21 comma 4 e 25 del d.lvo 42 del 2004, difetto assoluto dei presupposti e di motivazione, manifesta illogicità ed irragionevolezza, violazione e falsa applicazione degli artt. 3, 14 e seguenti della legge 7.8.1990, n. 241.

Violazione e falsa applicazione degli artt. 20 e 146 del d.lvo 42 del 2004, con riferimento all’art. 3 della legge 7.8.1990, n. 241, difetto assoluto dei presupposti e dell’istruttoria.

Violazione e falsa applicazione dell’art. FF9 e AS10 delle NTA del PUC di Genova, con riferimento al PTCP ed all’art. 35 Nda per difetto assoluto dei presupposti e dell’istruttoria.

Violazione e falsa applicazione dell’art. FF9 e AS10 delle NTA del PUC di Genova, difetto dei presupposti, manifesta illogicità ed irragionevolezza.

Violazione e falsa applicazione dell’art. 1 comma 4 del DPCM 1.3.1991, con riferimento al DPCM 14.11.1997, carenza assoluta di istruttoria, violazione e falsa applicazione dell’art. 4 della legge regione Liguria 28 del 2004 per difetto di istruttoria.

Violazione e falsa applicazione del DPCM 7.6.1995 e della carta dei servizi scolastici, con riferimento all’art. 32 Cost., violazione e falsa applicazione dell’art. 3 della legge 7.8.1990, n. 241, difetto dei presupposti e dell’istruttoria. Violazione dell’art. 1.4 del d.m. 18.12.1975.

Violazione e falsa applicazione dell’art. 22 cod. strada, con riferimento all’art. 46 del regolamento di esecuzione, manifesta illogicità ed irragionevolezza, difetto di istruttoria.

Violazione e falsa applicazione dell’art. 4.2 delle norme geologiche di attuazione del PUC di Genova, con riferimento all’art. 3 della legge 7.8.1990, n. 241. difetto dei presupposti e dell’istruttoria.

Violazione e falsa applicazione degli artt. FF9, AS10 e AS6 delle nta del PUC di Genova, con riferimento all’art. 3 della legge 7.8.1990, n. 241, difetto di presupposto e carenza istruttoria.

Violazione e falsa applicazione degli artt. 14 e 14 ter della legge 7.8.1990, n. 241, con riferimento agli artt. 1 e 3 della legge stessa, difetto assoluto di istruttoria e manifesta irragionevolezza.

Violazione e falsa applicazione della deliberazione 27.3.2007, n. 44 del consiglio comunale di Genova, eccesso di potere per contraddittorietà estrinseca.

Violazione e falsa applicazione dell’art. 14 e 14 ter della legge 7.8.1990, n. 241 per difetto dei presupposti e travisamento dei fatti. Manifesta illogicità ed irragionevolezza.

Violazione e falsa applicazione dell’art, 21 quater della legge 7.8.1990, n. 241, difetto dei presupposti, manifesta illogicità ed irragionevolezza.

Violazione e falsa applicazione degli artt. 7 ed 8 della legge 7.8.1990, n. 241, difetto di istruttoria.

Con un ulteriore atto notificato il 6.3.2008, depositato il 1.4.2008, i ricorrenti hanno impugnato il progetto oggetto degli atti di assenso già censurati in precedenza, ed hanno dedotto:

violazione e falsa applicazione dell’art. 93 del d.lvo 12.4.2006, n. 163, in relazione agli artt. 25 e seguenti del dpr 21.12.1999, n. 554, difetto assoluto dei presupposti.

Violazione e falsa applicazione dell’art. 20 del dpr 503 del 1996, degli artt. 4.1.2, 4.2.1 e 4.3 del dm 236 del 1989, difetto assoluto di presupposti e di istruttoria.

Violazione e falsa applicazione dell’art. 4.6 comma 3 del dm 236 del 1989,d egli artt. 3.10.4 e 3.7.2 comma 4 del dm 1.2.1986, difetto dei presupposti e dell’istruttoria.

Le parti hanno depositato distinte memorie il 22.5.2008.

I ricorrenti impugnano gli atti con cui il comune di Genova ha approvato il progetto e successivamente assentito la costruzione del parcheggio sotterraneo di Villa Rosa, nel quartiere di Pegli.

Gli interessati comprovano il titolo per l’azione proposta con la loro qualità di abitanti o proprietari di immobili ubicati nella zona in cui si dovrebbe realizzare il progetto in questione: sussiste pertanto lo stabile collegamento dei ricorrenti con l’area in cui è previsto l’intervento, con che il ricorso va ritenuto ammissibile.

Le domande sono state articolate in tre distinti atti, il ricorso introduttivo e due ricorsi contenenti motivi aggiunti.

Vanno esaminati innanzitutto gli atti censurati con il ricorso introduttivo.

La richiesta di annullamento riguarda il verbale 20.9.2007 della conferenza dei servizi, il titolo edilizio assentito per l’intervento e tutti i pareri e gli assensi resi nel corso del procedimento che portò alla definitiva determinazione di dar corso all’opera, dopo una sentenza ed un’ordinanza di questo tribunale, con cui erano stati dichiarati illegittimi il silenzio ed i ritardi della p.a. nell’adottare le determinazioni conseguenti alla pianificazione da tempo approvata.

Si osserva infatti che la conferenza dei servizi fu convocata per la data indicata, dopo che il tar della Liguria aveva pronunciato l’ordinanza 30.8.2007, n. 300, con cui aveva ritenuto non del tutto infondate le censure con cui l’odierna controinteressata aveva censurato i ritardi della p.a. nel rilascio del titolo conseguente la concessione già assentita.

Era accaduto infatti che l’amministrazione comunale aveva da tempo rilasciato la concessione per la realizzazione del parcheggio nell’ambito del parco di Villa Rosa: gli organi politico-amministrativi di Genova avevano tuttavia mostrato delle perplessità sull’ubicazione dell’opera, che dovrebbe essere realizzata appunto all’interno di un parco, nel quale è per di più ubicata una scuola. I soggetti resisi concessionari avevano poi costituito la società controinteressata per la concretizzazione del progetto, ed in tale veste avevano adito il tribunale per contestare le incertezze dell’amministrazione, che non si era risolta a ritornare sui propri atti pianificatori, ma non aveva neppure assentito gli atti necessari per realizzare le opere imposte dalla pianificazione ancora efficace. In tale senso la citata ordinanza del tribunale amministrativo aveva comportato un punto di svolta nel procedimento, tanto che la p.a. si risolse alla convocazione della conferenza dei servizi, per definire i dettagli dell’opera.

L’ulteriore provvedimento gravato con il ricorso introduttivo è il titolo edilizio concretamente rilasciato il 17.10.2007 (identificato compiutamente solo con il primo ricorso contenente motivi aggiunti di impugnazione), di cui è chiesto l’annullamento insieme a tutti gli assensi od i pareri

espressi nella sede conferenziale.

Quanto sopra esposto indica che gli interessati non hanno tempestivamente impugnato i numerosi atti di pianificazione che, nel tempo, il comune di Genova ha adottato ai diversi livelli amministrativi: di tali determinazioni vi sono precise raccolte anche nei provvedimenti sottoposti all’esame di questo collegio, posto che tutti i provvedimenti di cui è chiesto l’annullamento riportano in premessa il riepilogo degli atti da cui essi traggono legittimazione.

Tutto ciò esposto possono essere esaminati i motivi dedotti con il ricorso introduttivo.

Con il primo si denuncia l’illegittimità dell’intero PUC di Genova a seguito della pronuncia della sentenza 985 del 2002 del tribunale amministrativo, confermata dalla decisione 7782 del 2003 del consiglio di Stato: la tesi sostenuta è nel senso che la dichiarazione di illegittimità del PUC travolge lo strumento nel suo complesso, posto che la pronuncia ne censurò il procedimento di formazione, per cui allo stato attuale il PUC comunale non avrebbe efficacia.

Il collegio rileva al riguardo che la giurisprudenza si è da tempo trovata concorde nel ritenere che l’annullamento di un procedimento di formazione di un piano regolatore esplica effetti solo per la parte oggetto delle censure della parte interessata. A tale stregua, nell’assenza di una differente pronuncia del giudice, non può ritenersi che le sentenze citate abbiano effetto sull’intero strumento genovese; ciò è tanto più vero, posto che nella parte della sentenza di questo tribunale in cui erano indicati gli atti impugnati si esponeva chiaramente che la domanda del ricorrente in quella sede riguardava solo la pianificazione relativa all’area interessata (un’area in località Multedo, un tempo destinata all’industria di fonderia per cui era stata chiesta la possibilità di utilizzo commerciale), per cui anche sotto questo profilo non è possibile ritenere che il giudice abbia pronunciato al di là dei limiti posti dalle domande, annullando l’intero strumento.

Il motivo è pertanto infondato e va respinto.

Con la seconda censura i ricorrenti denunciano l’illegittimità del parere reso dalla sopraintendenza ligure per i beni architettonici ed il paesaggio, che ha dichiarato di non aver ravvisato la sussistenza dei presupposti per esprimere un motivato dissenso. Gli interessati osservano che le norme in materia impongono alla p.a. statale di formulare un avviso capace di rimuovere uno o più vincoli imposti su una porzione del territorio, in relazione ad un progetto, per cui la formula riportata non potrebbe essere equiparata ad una avviso positivo, dal che deriverebbe l’illegittimità degli atti impugnati, nella parte in cui hanno ritenuto positiva la manifestazione di volontà dell’amministrazione in sede conferenziale.

Il collegio non può condividere la tesi esposta, proprio perché la legge rimette all’amministrazione statale l’espressione di un avviso positivo o negativo: nella specie è stato formulato un seppur tortuoso avviso non negativo, che è stato correttamente equiparato ad uno positivo, anche in base a considerazioni di mera logica argomentativa, derivando da ciò la reiezione della censura.

Con i successivi motivi i ricorrenti denunciano:

• l’illegittima progettazione dell’opera, che stravolge l’ambiente, deturpa il parco, danneggia le alberature esistenti ed apporta inquinamento acustico ed atmosferico (motivo 3);

• la violazione delle norme del piano, che sono contraddette dal progetto in questione (motivo 4)

• la violazione delle norme del piano che impongono la conservazione degli alberi (motivo 5);

• la violazione delle norme del dpcm 7.6.1995, della carta dei servizi scolastici e dell’art. 32 cost. (motivo 7)

• la violazione delle norme del codice della strada, che non consentirebbero il coordinamento della circolazione di accesso e recesso dal parcheggio con quella in atto nella zona (motivo 8);

• la violazione delle norme di piano, per la parte in cui non sono state rispettate le disposizioni sulla stabilità dei versanti, che nella zona hanno sempre evidenziato la tendenza alla frana (motivo 9);

• la violazione delle norme del piano vigente apportata dalla rivisitazione del parco, quale risulterà all’esito dell’intervento (motivo 10);

• la violazione della deliberazione 27.3.2007, n. 44 del consiglio comunale, sull’insediamento dei parcheggi e sulla loro compatibilità con l’urbanizzazione esistente (motivo 12).

• la violazione delle norme di piano sull’intervento procedimentale dei soggetti aventi interessi differenziati rispetto al progetto (motivo 15).

Tutte queste censure non possono essere considerate ammissibili, posto che le determinazioni assunte dagli atti impugnati trovano legittimazione nelle fase antecedenti del procedimento di pianificazione, nel corso del quale erano stati esaminati con compiutezza tutti i profili (indicati come di criticità) che avrebbero potuto sconsigliare l’insediamento previsto. Si è già osservato al riguardo che i provvedimenti impugnati ripercorrono con diligenza gli atti pregressi, nei quali erano stati appunto discussi e superati i profili che gli interessati intendono porre in discussione in questa sede per la prima volta: tale comportamento processuale non è conforme ai principi del processo in corso, che prevede la necessità di gravare un atto lesivo nei termini di decadenza (art. 21 della legge 6.12.1971, n. 1034) dalla sua piena conoscenza.

Tutti gli atti che sono stati indicati riassuntivamente come di pianificazione risultano essere stati pubblicati in modo conforme a legge, per cui essi si reputano noti a tutti, sì che la deduzione di censure a tale riguardo va per parte dichiarata irricevibile e per altra parte inammissibile. Quanto ha diretta pertinenza con l’atto risalente nel tempo è infatti tardivo, e d’altro canto tale connotato dell’azione rende inammissibili le domande di annullamento degli atti successivi, che da quelli in oppugnati traggono legittimazione.

I motivi sopra elencati vanno per parte dichiarati irricevibili e per parte inammissibili.

Con il sesto motivo dedotto con il ricorso introduttivo i ricorrenti denunciano la violazione del DPCM 1.3.1991, con riferimento al DPCM 14.11.1997, in quanto il cantiere che sarà aperto in zona è vicino ad una scuola, ed apporterà agli alunni rumore, tanto che avrebbe dovuto essere redatta una valutazione di impatto sociale del cantiere.

Il collegio rileva al riguardo che gli organi amministrativi ed il consiglio comunale si sono occupati della questione, ma soprattutto osserva che la questione dovrà essere esaminata ulteriormente allorché sarà dato inizio ai lavori, come prevede proprio l’art. 1 comma 4 del dpcm 1.3.1991.

Pertanto anche questa censura è inammissibile.

Con l’undicesimo motivo i ricorrenti denunciano la carente istruttoria, per la parte in cui lamentano l’omessa indicazione del prefabbricato esistente nel parco, attualmente adibito a scuola materna.

Il collegio osserva invece che la difesa del comune depositata il 11.12.2007 chiarisce che il fabbricato in questione era visibile nella cartografia utilizzata per l’esame del progetto nella sede conferenziale, (pianta denominata estratto carta comunale scala 1:1000) risultando il primo rettangolo a destra sopra l’area tratteggiata.

La censura è pertanto infondata in fatto e va disattesa.

Con il tredicesimo motivo si denuncia l’erronea interpretazione che sarebbe stata data alle precedenti pronunce del tribunale amministrativo, con particolare riguardo all’ordinanza 30 agosto 2007, n. 300. Con la doglianza si contesta la valutazione di doverosità che sarebbe stata data al rilascio del titolo, in conseguenza della pronuncia cautelare.

A questo riguardo il collegio richiama quanto esposto nella premessa di questa parte motiva, ed aggiunge soltanto che gli interessati possono vantare solo un interesse di fatto all’accoglimento delle istanze proposte: la citata deliberazione 27.3.2007, n. 44 del consiglio comunale di Genova ha infatti riaperto la discussione sull’opportunità di dar corso all’intervento contestato, ma tale determinazione non ha avuto l’effetto di riconsiderare complessivamente gli atti pianificatori adottati da tempo.

E’ pertanto corretta l’argomentazione che sorregge l’ordinanza 300/2007 del tribunale, nella parte in cui rileva che il mancato esercizio da parte del comune di un inequivoco potere di revoca degli atti di pianificazione adottati a suo tempo non poteva mantenere i concessionari in una situazione di incertezza. Ciò non significa che il tribunale si sia espresso in termini di vincolatività dell’attività amministrativa comunale, e d’altra parte la conferenza dei servizi ha esaminato in modo approfondito tutti i profili ancora da valutare, cosa che non sarebbe stata necessaria se la p.a. avesse preso le mosse dal presupposto indicato. Anche questo motivo è pertanto infondato e va disatteso.

Con il quattordicesimo motivo gli interessati denunciano la mancata considerazione dell’effetto che la deliberazione consiliare 11.4.2007, n. 60 ha avuto sul procedimento in questione.

In tale sede si era effettivamente discusso del riesame dei piani adottati in vista della realizzazione del parcheggio, ma gli interventi del tribunale amministrativo sull’istanza dell’odierna controinteressata non sembrano aver permesso all’amministrazione comunale di riesaminare con compiutezza la questione.

Pertanto la deliberazione consiliare è rimasta allo stato di intenzione non attuata, sì che da essa non si possono trarre argomenti a corredo della denunciata illegittimità.

In conclusione i motivi dedotti con il ricorso introduttivo sono in parte infondati, in parte irricevibili ed in parte inammissibili.

Con il ricorso notificato il 23.1.2008 contenente motivi aggiunti di impugnazione i ricorrenti denunciano l’illegittimità della determinazione dirigenziale 17.10.2007 con cui fu disposta la chiusura del procedimento per l’assenso al titolo edilizio alla concessione a suo tempo stipulata, nonché della determinazione dirigenziale 17.10.2007, n. 207/118.18/0073 contenente il provvedimento finale richiesto dalla controinteressata.

Si tratta, per il vero, di atti già denunciati con il ricorso introduttivo, anche se in tale domanda essi non erano stati identificati compiutamente.

In ogni caso si osserva che gli interessati hanno dedotto dei motivi di gravame in via aggiuntiva, che ricalcano con precisione le istanze proposte con l’atto introduttivo del giudizio: le censure sono sovrapponibili , con l’eccezione di qualche mutamento lessicale rilevabile soprattutto nelle rubriche premesse alle doglianze.

Va pertanto dichiarato anche in questo caso che le censure sono in parte infondate, in parte irricevibili ed in parte inammissibili.

Vanno ora prese in rassegna le censure dedotte con l’ultimo ricorso notificato, contenente motivi aggiunti.

Gli interessati impugnano gli atti 17.10.2007 (determinazione dirigenziale conclusiva del procedimento) e 17.10.2007, n. 207/118.18/0073 (atto dirigenziale recante l’assenso al progetto) che erano peraltro già stati gravati con il ricorso sempre per motivi aggiunti notificato il 23.1.2008.

La ragione che viene addotta per la proposizione di nuove censure riguarda un sopralluogo che gli interessati avrebbero effettuato nel frattempo, ed una relazione peritale demandata ad un professionista di fiducia.

Su tali premesse il collegio deve convenire con le difese di parte resistente e controinteressata nella parte in cui eccepiscono la tardività delle deduzioni.

Si osserva infatti che le parti interessate avrebbero potuto richiedere tutti gli allegati ai provvedimenti gravati sin dalla data in cui essi ebbero cognizione certa degli atti stessi (secondo la narrativa degli stessi, il 13.12.2007, la data in cui si trattò, benché senza decisione espressa, la misura cautelare chiesta con il ricorso introduttivo); così non può ritenersi che l’effettuazione di una pur interessante perizia di parte valga a rimettere in termini per l’impugnazione di atti, i cui eventuali vizi avrebbero dovuto essere denunciati con una più tempestiva attività difensiva.

Va infatti notato che l’atto in questione risulta notificato il 6.3.2008, e quindi oltre il termine di sessanta giorni previsto dall’art. 21 della legge 6.12.1971, n. 1034.

Consegue da ciò che tutte le doglianze proposte con la terza memoria contenente motivi aggiunti sono irricevibili.

In conclusione il ricorso è in parte infondato, in parte irricevibile ed in parte inammissibile.

Le spese possono equamente compensate tra le parti, non ostante l’esito della lite, atteso che l’amministrazione ha tenuto una condotta nei primo mesi del 2007, che potrebbe aver indotto gli interessati a proporre la domanda nell’attesa di un ripensamento del comune sugli atti pianificatori da tempo assunti.

P.Q.M.

Dichiara il ricorso in parte infondato, in parte irricevibile ed in parte inammissibile.

Spese compensate.

Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa.

Così deciso in Genova nella camera di consiglio del giorno 05/06/2008 con l'intervento dei Magistrati:

Santo Balba, Presidente

Oreste Mario Caputo, Consigliere

Paolo Peruggia, Consigliere, Estensore

L'ESTENSORE

IL PRESIDENTE

DEPOSITATA IN SEGRETERIA

Il 06/06/2008

(Art. 55, L. 27/4/1982, n. 186)

IL SEGRETARIO